venerdì 25 dicembre 2009

L'insonnia della Vigilia

Quando ero bambino (ok, forse fino a due anni fa), la notte della vigilia di Natale avevo costantemente gli occhi sbarrati, non riuscivo a prendere sonno e la mattina mi svegliavo alle 5 per aprire i regali. Non erano necessari Drink energizzanti o 'polveri magiche' per farmi questo effetto, avevo semplicemente una sovraproduzione di dopamina gratuita, avvalorata dalla speranza di trovare sotto l'albero ciò che desideravo.

E così, all'alba, iniziavo a svegliare tutti i famigliari con grande discrezione, dando fiato a trombe da stadio, canzoni natalizie di Marylin Manson e martelli pneumatici. Il giubilo di questa levataccia pervadeva le occhiaie dei mie cari, che già si pentivano che la tradizione casalinga non prevedesse l'apertura dei regali alla Mezzanotte. Bene, questa tradizione della notte in bianco è venuta piano piano meno nel corso degli anni, un pò perchè se non dormo 15 ore a notte divento un vegetale e un pò perchè i regali di Natale sono pilotati, come un qualsiasi sorteggio della Champions. Quest'anno però ho vissuto la stessa attesa di una volta, alle spalle della mia nipotina di due anni. Questo è il suo primo Natale, in cui è conscia del consumismo di giocattoli da cui sarà pervasa. E allora ho fatto la pazzia: mi sono messo la sveglia alle 6 e ho chiamato a casa di mia sorella (madre della piccola), per sentire in diretta il clima di fervore perduto.

Il telefono ha fatto 12 squilli, prima che mia sorella mi rispondesse con voce cadaverica, dicendomi che stavano ancora dormendo. Ho fatto finta di essere un operatore della Vodafone, che le garantiva la tariiffa 'Tutto gratis a vita', il tutto con voce nasale e accento svedese. Mi ha riconosciuto subito e ho ricevuto un sempre gradito 'vaffa' natalizio.

Ora sto giocando con 'Ciccio Bello Bua', mentre la mia nipotina sta tirando giù il mio 730.

Direi un Buon Natale, a grandi linee
.

domenica 20 dicembre 2009

Sistemi di riferimento

Quando all'università cercavo di capire la geometria in tre dimensioni, facevo sempre fatica ad orientare i sistemi di riferimento, con quei maledetti assi XYZ che fluttuavano nello spazio, creando inquietudine al mio 'Io Studente'. Non c'era 'regola della mano destra'  (evitate battutte prego) che mi potesse aiutare a risolvere questi arcani, fino al punto che rinunciai a comprendere, conscio che l'argomento non mi sarebbe mai servito ad una beneamata mazza. Solo dopo anni di maturazione interiore compresi che mi sbagliavo. Tutte le situazioni sociali che ci circondano sono basate sui sistemi di riferimento, più comunemente detti punti di vista.

Per esempio, nevica.

Il bambino vede questo avvenimento come qualcosa di magico e predisposto al gioco.

I vecchi, si rompono il femore sui lastroni di ghiaccio e i senza-tetto muoiono di freddo.

Gli utenti Facebook aggiornano il loro stato, dicendo che nevica.

I restanti esseri umani si lamentano sulla viabilità

Punti di vista come detto.

Altro esempio, piovono souvenir del Duomo dal cielo.

Berlusconi capisce di essere il prescelto, in quanto gli sono comparse le stigmate sul volto.

I fan di Berlusconi e i moralisti condannano il gesto di violenza e danno del pazzo a Tartaglia.

Tartaglia, aggiusta la mira in prigione.

Gli utenti Facebook creano gruppi a caso a favore di uno o dell'altro.

Il terzo esempio si esplica da solo nella foto sottostante.




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La morale è semplice: dovevo stare più attento alle lezioni di geometria.. oppure ho bisogno di una compagna al più presto, perchè non riesco proprio a vederci una lampada in quell'immagine.

lunedì 7 dicembre 2009

La selezione naturale ha bachi clamorosi

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Yahoo Answer è sempre fonte di grande degrado sociale. Si toccano vette di dispiacere inarrivabili, ma questa perla era meritevole di nota. Alla fine è stato spiegato il principio di fabbricazione delle Matrioske. Ogni giorno si impara qualcosa di nuovo.

domenica 6 dicembre 2009

Galateo

La cena, per chi fa il trasfertista di mestiere, è una parte fondamentale della giornata. Non tanto perchè arrivi a fine giornata con uno sbrano che ti mangeresti anche una coscia di Valeria Marini. Il motivo fondamentale consiste nel sedersi ad un tavolo, fermare i pensieri, immaginarti che i tuoi cari siano vicini a te e poi iniziare a ubriacarti. Bene, finisce qui il romanticismo e la finezza del racconto. Ora inizia la parte di grande mediocrità morale.

Bene, capita spesso di trovarsi in trasferta coi colleghi e questo dato comporta già un innalzamento esponenziale del grado di difficoltà a mantenere una certa educazione al tavolo. Ma procediamo con calma. Il primo passo consiste nella prenotazione del ristorante o bettola che sia, naturalmente dando un nome falso, preferibilmente di dodici o più caratteri alfanumerici per creare panico all'oste di turno. Fino alla porta di ingresso del locale ci comportiamo da Signori, vestiti discretamente, atteggiamenti elevati, insomma dei distinti uomini d'affari. Il problema è quando si entra. La prima mezzora passa con la discussione col maitre sul nome fasullo della prenotazione, 'inimicandocelo' definitivamente. Una volta seduti, scegliamo la combinazaione più svariata di antipasti o primi o secondi, creando così ordinazioni tutte diverse per la gioia del cuoco, che dovrà ordinare altri 12 set di pentole su MediaShopping. Ci guardano già male. Si parte a mangiare, con la delicatezza di un Galeazzi a digiuno da 20 minuti, facendo una 'caciara' notevole. Se il ristorante è rustico, si coglie la prima provocazione gratuita per lanciare oggetti contundenti, come olive ascolane, vongole, abbacchi, ai comensali più impertinenti. Verso metà cena arriva il momento clou: senza farlo apposta, immancabilmente, qualcuno rovescia il vino sul tavolo e sui pantaloni del suo dirimpettaio, il quale reagisce con una flebile bestemmia, naturalmente solo se nelle vicinanza ci sono prelati o simii. Si scivola così fino agli ammazzacaffè, accolti con concerti di rutti roboanti.

Infine, quando i camerieri, giustamente iracondi, ci girano intorno per invitarci all'uscita, chiediamo di dividere il conto facendoci 130 ricevute distinte. E' la fine.

La nota positiva è che al mondo ci sono tanti ristoranti, quella negativa è che nella metà di essi non possiamo già più varcare la soglia dell'ingresso.

Mi aspetta una vita di Take Away.

sabato 28 novembre 2009

Il teatro delle marionette

Oggi è giornata di tema pesante, quindi se volete saltate a 'piè pari' questo post.

Assumiamo, per assurdo, che Qualcuno o Qualcosa abbia acceso la miccia del Big Bang, dal quale si è sviluppato l'odierno Universo e con esso la vita, partendo dal brodo primordiale. Bene questo Qualcuno o Qualcosa (può avere la forma di un vecchio con la barba bianca, come l'iconografia classica impone, o può assomigliare ad una lavastoviglie della Ariston, con un pò più di fantasia), non ha alcuna influenza benevola sul nostro percorso quotidiano, ne ho le prove. Quindi, senza fare neanche uno straccio di provino stile Grande Fratello, col rischio di essere umiliata dalla Gialappa's, siamo ugualmente protagonisti involontari del più vasto evento mediatico della storia. Unico fruitore esterno di tale spettacolo, è il dinamitardo che ha acceso questo teatro, con un accendino che ha sprigionato una fiamma da 6 miliardi di gradi Celsius. Me lo immagino sul divano, o in un mobile incassato in una cucina moderna Ikea (secondo la visione più fantasiosa), con in mano un telecomando del digitale terrestre: 7 miliardi di telecamere on board (motogp docet), per godersi la nostra visuale. A seconda dell'umore di giornata, può comodamente schiacciare il tasto giallo, denominato 'Sventura', per dare pepe allo spettacolo e aumentare lo share. Il tasto verde, chiamato 'Risolviamo la vita alla gente in difficoltà, che non arriva a fine mese e muore di fame', purtroppo è rotto da circa 5 miliardi di anni e lo sarà per i restanti 5. Immancabile la presenza del tasto rosso: 'Malattia'. Questo è il tasto peggiore, come la banana in Mario Kart. Quando sei il complemento oggetto di questo tasto, c'è poco da fare, provi a giocartela fino in fondo, per arrivare alla puntata finale dello show e avere così un invito a fare i trenini di Buona Domenica del Paradiso Terrestre. Mi rompe, tra le altre cose, quando il tasto rosso viene applicato ai bambini (ne ho visti tanti ultimamente), così a caso, senza motivo senza un perchè.

Finiranno le pile del telecomando? Perderà di potenza il segnale che alimenta la visuale sulle nostre vite (funzionasse come il digitale terrestre in Italia, saremmo a posto)?

Magari questo Qualcuno o Qualcosa si stuferà di questo Circus e si darà alla politica, ci sono precedenti, mi pare.

sabato 21 novembre 2009

Il medico di famiglia

La figura professionale del medico condotto compare nell’Antica Roma quando Antonino Pio (non quello di Amici di Maria De Filippi) destinò gli archiatri populares alla tutela della salute dei poveri.

Ok, mi avete beccato, questa frase l'ho presa da Wikipedia. Mi serviva per farvi capire la nobile e antica origine della professione in questione.

"Tutelare la salute dei poveri" è un'azione meravigliosa, a parole, suona quasi da premio Nobel per la Pace; ma è davvero ancora questo lo scopo principale del medico di famiglia?

Innanzitutto c'è da precisare che gli studi, con le relative sale da attesa, dei medici di famiglia sono per i vecchietti come il Billionaire o la Baia Imperiale, per i giovani.

L'apertura dei "cancelli" è, solitamente, verso le 3 di pomeriggio. La schiera di vecchietti si fa largo con bastoni, girelli e mazze varie tra i buttafuori (ovvero gli sfortunati abitanti del palazzo, in cui il medico ha lo studio).

Una volta entrati e seduti sulle sedie di amianto del '15-'18, confortevoli come un riccio nelle mutande, inizia la prima attività del pomeriggio: il gioco del "Chi è l'ultimo?". Per fissare un ordine cronologico degli arrivi, impossibilitati a montare un fotofinish degno del Golden Gala, si è costretti a fare questa domanda, non appena si entra in sala d'attesa. E' in questo momento che si crea il panico e vengono intavolate discussioni su tempo e spazio, seguendo le teorie di un uomo dei loro tempi, Albert Einstein. Dopo 3 secondi, la discussione scema e si inizia a parlare dei problemi alla prostata.

Se tu, sfortunato giovane che sei in attesa di farti prescrivere un banale esame del sangue, volessi mai leggerti una rivista, trovata sul posto, beh cambia idea.

Sul tavolino di plastica, rubato al kebabbaro sottostante, sono presenti: 12 copie di "Famiglia Cristiana" di Febbraio 1999, 2 copie di "Chi" con in copertina Madame Curie e la prima copia di Topolino in bianco e nero.

E allora l'unica alternativa, se hai dimenticato a casa l'Ipod, consiste nell'ascoltare i discorsi dei tuoi compagni di attesa.

Tra chi si vanta di avere 4 BypPass, di cui uno nel gomito, a chi sostiene di aver vissuto vent'anni in un polmone d'acciaio per risorgere a nuova vita, come la fenice dalle ceneri, le storie da raccontare sarebbero tante.

Dopo un'ora di attesa arriva il tuo turno? No arriva il dottore, al quale viene lanciata un'occhiata di fuoco dalla sua segretaria, costretta nei casi più preoccupanti a sedare gli anziani più irrequieti con una caramellina di Xanax da 50 mg.

Inizia così il pellegrinaggio verso lo studio del dottore: 5 minuti per arrivarci, 1 di visita, altri 5 per togliersi dal corridoio largo 1 metro,per far passare il prossimo.

Quando entri tu, il dottore quasi si commuove, capisce che sulla Terra esistono ancora forme di vita non del tutto rugose e si tranqullizza. In questo caso i tempi tecnici sono diversi: 1 minuto di visita, 45 minuti di monologo sui suoi problemi personali, 10 minuti di fitta ricerca sul ricettario per trovare cosa prescriverti. Saluti, pacche sulle spalle, stretta di mano e chiudi la porta. Lanci uno sguardo alla sala d'attesa, dormono ormai tutti.



Per concludere direi che ormai il medico di famiglia è una sorta di geriatra o meglio animatore di una ludoteca per anziani, con tutto il rispetto naturalmente.

I vecchietti fanno bene a ritrovarsi in queste oasi naturali per fuggire alla noia quotidiana, nonostante abbiano una salute di ferro, migliore della mia.

E in quanto a te, giovane fruitore del servizio "Tutela la salute dei poveri", se hai qualche parente over 50 che non ha hobby, potresti aver trovato il giusto compromesso: a lui la compagnia e a te la ricetta.

domenica 15 novembre 2009

Genetica avversa

Gregor Mendel, nell'atto di incrociare semi di piante con caratteristiche genetiche diverse (emulato da Luca Sardella durante Linea Verde nel 1988), per dimostrare l'ereditarietà dei geni, non fu in grado di teorizzare l'ereditarietà di un gene fondamentale: il gene della 'figura di merda'. Ho pensato di colmare questa grossa lacuna, che da tempo mi tormantava. Sapevo che nella struttura ad elica del Dna, in quel tourbillonne di basi azotate, zuccheri e gruppi fosfati, si nascondeva qualcosa legato a questo grande male del secolo. Ho avuto la conferma di tutto ciò, grazie ad un episodio che ha coinvolto mia madre.

Ella discuteva amorevolmente con un'amica, affermando che la madre di quest'ultima sarebbe campata fino a cent'anni. L'amica le rispose, in lacrime, che sua madre compierà cent'anni il mese prossimo.

Io ho mantenuto contegno nell'udire questo episodio, rantolandomi a terra dalle risate, fino a quando mi si accese la lampadina sul discorso dell'eriditarietà.

In quel momento, ho correlato la mia attitudine nel 'fare figure pessime' con quella di mia madre.

Lascio ai posteri la banale fase di rendere il tutto scientificamente provato, il più è stato svolto.

venerdì 6 novembre 2009

I vantaggi della senilità

Nell'ultimo periodo la mia attenzione è ricaduta spesso sul fascino che l'essere maschile, alla soglia dell'andropausa, può suscitare in una donna.  E così ti ritrovi al tavolo di un ristorante con a fianco queste coppiette surreali e inizi ad escludere le varie combinazioni: padre-figlia, vecchio-badante, Iacchetti-velina, Lele Mora-tronista di turno. Bisogna accettare la realtà del fascino della senilità e stare a guardare queste piacenti signorine che volgono le loro attenzioni ai loro partner che perdono bave mentre si sfamano. In cosa consiste questo fascino? Soldi, Saggezza, Maturità, Figure paterne mancanti, bah può essere. Alla fine si gioca sempre sulle debolezze altrui, per trarne un beneficio. Nell'attesa di diventare vecchio per sfruttare questa possibilità, un viaggio a Riga, dove la carta d'identità non conta, si può sempre fare.

sabato 24 ottobre 2009

Tom tom? No prostitute.

E’ una grande invenzione il navigatore satellitare, grandissima veramente. Peccato che, nei momenti di vero bisogno, non funziona mai.

Se lo setto per arrivare a Roma in autostrada, il navigatore è un fenomeno, mi indica tutte le direzioni in modo preciso e con una voce sensuale, anche se mi basterebbe guardare i cartelli, per arrivare a destinazione.

Nel momento in cui mi trovo in un posto dimenticato da Dio, di notte, in mezzo alla nebbia, affamato e stanco, non va.

Vuoi che i satelliti non siano raggiungibili (sempre là sono, non è che si nascondono dietro Plutone), vuoi che l’unica via che ti serve, non ci sia (anche perché ho fatto l’ultimo aggiornamento delle mappe, quando Antonio Conte non aveva ancora i capelli di Cesare Ragazzi), insomma niente da fare.

La prima azione da eseguire è quella di tirare fuori una cartina… e girarti una sigaretta per stemperare la tensione.

Poi ci si ricorda l’utilità della presenza degli altri esseri umani sulla Terra: sono dotati di parola e, chi più chi meno, di memoria topografica.

L’altro giorno mi trovavo nel casertano, in quel di Marcianise, era tardi, buio e dopo aver girato mezzora intorno ad una rotonda, in cerca dell’albergo, preso dalla nausea della forza centrifuga, ho accostato la macchina sul ciglio della strada per riordinare le idee.

Come detto era un luogo molto buio, illuminato solo da alcuni bidoni da cui uscivano fiamme, ma non collegavo il motivo di ciò.

Mentre smanetto sul navigatore per trovare una via di fuga, mi sento bussare al finestrino e vedo una signorina distinta (avrà avuto 87 anni e aveva la faccia di Muntari) che mi fa alcuni gesti inequivocabili. Tiro giù il finestrino:


 - Sa indicarmi dov’è il **** Hotel?

- Scinquanta euri l’ammmmmore bello.

- …. L’hotel?

- In hotel sono 70 euri bello?

- Apprezzo il suo animo commerciale, ma ho smesso. Sa indicarmi la direzione giusta per l’hotel?

- Gira la tua testa a destra bello e c’è il cancello dell’entrata bello.

- Ah. Buon lavoro.


 Ok ero stanco e non avevo visto che avevo accostato proprio nei pressi dell’entrata dell’albergo, ma il punto non è questo.

Quando la tecnologia viene a mancare, ricordiamoci che l’essere umano (anche se ha il viso di Muntari e ti chiede soldi per prestazioni sessuali) è pronto ad aiutarti.

venerdì 16 ottobre 2009

Questione di Pattern

Ho compreso che scrivere l’intreccio di un telefilm di successo è una cavolata.


Infatti l’intreccio non esiste. E’ solo questione di trovare un pattern (modello, schema fisso), intorno al quale far girare un generatore random di stereotipi.


Prendiamo la serie House MD; il pattern, di ogni singola puntata, è cronologicamente composto:


     



        Qualcuno sviene, perdendo liquidi corporei da qualche orifizio.


       Ricovero nell’ospedale del Dottor House, anche se lo svenimento è avvenuto in Nepal.


         Impasticcamento del Dottor House.


       Elaborazione ipotesi malattia, senza escludere mai il ‘Lupus’ .


      Perquisizione dell’abitazione del paziente, manco fosse CSI


        Svolgimento di esami clinici, che peggiorano sempre lo stato del paziente.


     Impasticcamento del Dottor House


     Soluzione del caso con una diagnosi che va a coinvolgere l’unico organo non preso in considerazione,  fino ad allora.


 


Ora basta aggiungere un contorno casuale a questi punti fissi.


Per esempio, la perdita di coscienza di un tronista della De Filippi mentre prova a mettere un complemento oggetto nelle sue affermazioni.


Ed ecco che, in pochi minuti, si è costruita una puntata di un serial Tv.


 

lunedì 12 ottobre 2009

Do ut des

E’ arrivato il momento di farsi un esame di coscienza. Quante volte avete ricevuto qualcosa, dopo esservi piegati al volere altrui? E, viceversa, quante volte avete ricattato una persona per concederle un favore?

Tranquilli, non dovete scusarvi o sentirvi in colpa, è una semplice attività cerebrale che risiede in un ambito inconscio.

L’essere umano è fondamentalmente materialista e volto a raggiungere obiettivi: se così non fosse, saremmo ancora a sguazzare nel brodo primordiale.

Il problema consiste nel fatto che la situazione sta degenerando.

Non sto parlando di azioni routinarie come ricattare la mafia cinese, offrendo Emilio Fede per avere una qualità migliore di involtini primavera, oppure donare il sangue per elemosinare la colazione gratis e non andare a lavoro, sentendosi pure altruista (nonostante si abbia il colesterolo a 230).

Tutto ciò va benissimo, per carità, avercene. Sono altre le cose di cui preoccuparsi.

Ho avuto modo di passare un paio d’ore in un Outlet, vedendo scene di panico e isteria che manco l’11 settembre nella sede di Studio Aperto, quando uscì il calendario di Luisa Corna.

La maggior parte dei visitatori giunge in questo luogo di perdizione in coppia. Se sono di sesso opposto, l’uomo, non visibile in volto per la camminata ricurva da primate, si distingue per la mole di borse che è costretto a portare. A confronto, i facchini degli hotel 8 stelle di Dubai sono dei privilegiati.

L’uomo può liberarsi di questo fardello (non sto parlando della compagna), solo quando deve strisciare la carta per l’acquisto successivo; ogni sgarro viene punito con un giro aggiuntivo del trittico Prada-Louis Vitton- Bulgari.

Ma l’essere maschile, che conosce la letteratura latina come Luca Giurato i congiuntivi, è conscio che il suo sacrificio sarà ripagato dalla compagna, a fine giornata.

La domanda sorge spontanea: ne vale la pena? Alla fine nel bilancio Costi/Benefici, una escort sarebbe più vantaggiosa. Tanto è sempre questione di “Do ut Des”.

 

venerdì 9 ottobre 2009

Le responsabilità rendono l’uomo instabile

Volenti o nolenti, arrivano momenti, nel ∆t della vita, in cui bisogna farsi carico di determinate responsabilità. Questo evento, nel bene o nel male, va ad intaccare l’attività cerebrale umana.

E’ limitativo ridurre la casistica al campo del lavoro, però mi è utile per rendere l’idea.

Di seguito riporterò atteggiamenti comportamentali di un soggetto, gravato di numerose responsabilità lavorative.

 

Ore 9:00, al bar.

 

Barista: Dottore, glielo macchio questo caffè?

Dottore (sovrappensiero) : Pretendo la relazione, entro sera, devo fatturare a fine meseeeee!!!

Barista: Lo prendo per un no.

Dottore: Bene.

Autostima: +3

 

Ore 10:30, riunione col cliente.

 

Cliente: Dottore, tutto bene? La sua fronte si sta ‘perlando’.

Dottore: Bene, grazie. Il bagno più vicino?

 

***************************************************************

La psicosomatica va ad agire sempre sull’intestino (caffè + tensione = cagotto).

Mai chiedere al cliente il bagno più vicino, te ne indicherà uno troppo vicino.

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Appena seduto in bagno a espletare le pratiche, il telefono del Dottore fa il polling automatico al server e inizia a scaricare 35 mail, con suoni vari.

Il Cliente chiama gli artificieri, pensando al peggio. L’affare salta.

Autostima: +2

 

Ore 14, in ufficio.

 

Il Dottore rientra in ufficio per sbrigare la burocrazia telematica. Dopo trenta minuti ha risposto a 3 mail su 82. Appaiono i primi segni di herpes simplex sul labbro superiore.

Alle 16, il Dottore riceve la cazziata dal Dottore Capo per l’affare saltato. La palpebra sinistra inizia a sbattere in modo incontrollato.

Autostima: +1

 

Ore 18, in macchina.

 

Il Dottore riceve la chiamata del Cliente mattutino, che sotto mossa di ricucitura del Dottore Capo, fissa un secondo incontro.

Autostima: +4

 

 

Conclusione:

Fermo restando che bisogna sostenere le proprie responsabilità, si può tradurre il tutto in una questione di numeri. Il ‘circuito della ricompensa’ (sistema virtuale attraverso cui il soggetto si auto-premia o si auto-bastona) di ogni essere umano deve chiudere la giornata in attivo. Basterà attribuire un coefficiente +3 per ogni azione positiva e un coefficiente -1 per ciascuna negativa, così da rendere più difficoltosa la chiusura in negativo.

Ci sono cervelli che hanno la capacità di alimentare positivamente il proprio circuito, anche con azioni negative. Il massimo rappresentante di questa categoria, attualmente, sta riprendendo in mano le carte dei suoi processi.

 

NB: Leggere questo post tre volte al giorno dopo i pasti, per un mese circa. In seguito ridurre le dosi non drasticamente.

martedì 6 ottobre 2009

Il post su Berlusconi

Girovagando per vari blog, ho notato che, nella maggior parte di essi, non manca un post su Berlusconi. Una mia particolare statistica dimostra che, l'interesse veritiero sulle faccende del Premier si avvicini asintotticamente allo zero. Quindi cosa spinge il blogger medio a trattare l'argomento?


a) La rabbia indotta. 


Es: ricevo la cazziata dal mio capo, non posso prendere a badilate il cliente, scrivo un post pieno di odio su Berlusconi.


b) Il moralismo fine a se stesso.


Es: sei conscio di vivere secondo le regole della società e te la prendi sempre in quel posto, ma non sei capace ad iniziare a fregare il prossimo. Associ al sentimento di frustrazione, il viso di Silvio e scrivi un post.


c) La desolazione. 


Es: I visitatori del mio blog aumentano solo perchè faccio il refresh della pagina. So che l'argomento Berlusconi coinvolge i casi a) e b), quindi potenziali visitatori.


d) Disprezzo e basta. 


Es: Lo odi e basta.


 


 


 

domenica 4 ottobre 2009

Core de sta cittàààà

Pensavo che Antonello Venditti fosse estremamente fazioso nel millantare le doti della Capitale, in maniera così ostinata. Gli scriverò una lettera di scuse. Erano ormai dieci anni che non tornavo a Roma, dai tempi del liceo, in cui, invece che respirare l'atmosfera della città, cercavo di tenere a bada in modo pessimo gli ormoni scalpitanti (non che ora ci sia molta differenza).

Al di là di tutto, mi è bastata una passeggiata verso l'imbrunire, lungo il Tevere, nei pressi di Castel S.Angelo, per ricevere una cospicua dose di serotinina, alquanto rara e per questo gradita.

Questa atmosfera incantevole mi fece dimenticare ben presto un episodio negativo : rimbalzato all'entrata di S.Pietro.

Avete capito bene, non ho scritto Baia Imperiale nè Billionaire, ma S.Pietro.

Stranamente ero anche vestito bene: indossavo una giacca color grigio fumo di Londra, che mi dava molta importanza, almeno mi piaceva crederlo. Mi sono presentato alla perquisizione (si per dire una preghiera a S.Pietro ti devono ravanare nelle tasche) e dopo una mezzoretta di 'togli-metti' per non fare suonare il metal detector, sono passato al livello successivo: 2 km di percorso forzato da transenne, più contorto del circuito cittadino di Valencia (i miei rispetti a Luca Badoer, ndR). Arrivo così all'entrata principale, affaticato, verso le 18:55 (prima ho lavorato, mica vado a Roma a divertitmi eh) e vengo gentilmente invitato a proseguire verso l'uscita, in quanto la basilica stava chiudendo.

L'evento ha fatto collassare alcune delle mie sinapsi, poco male ne ho altre.

Un'altra cosa che ho notato con piacere è la gente: togliendo i turisti, i preti, le suore, i cani, i gatti e i taxi, a Roma ci sono anche i romani.

Prima di adorarli, ho dovuto comprenderli e giustappunto un episodio è venuto in mio aiuto. Entro in un ristorante con piccolo dehor e inizia questa scena:



Cameriere: Dottò (per i romani, tutta la gente ha questo titolo, anche i bambini) preferisce dentro o fori?

Io: Dove c'è più fresco? (involonario assist perfetto)

Cameriere: Aspè che chiamo Regina Coeli (carcere di Roma, ndr)!

Io: ...



.....

.....



Io: Va bene dentro, grazie.



Durante tutta la cena, ho pensato a cosa avrei potuto rispondere, ma l'arte del 'perculamento' va servita calda e quindi la devo affinare. Avrò tempi e modi di farlo.

domenica 27 settembre 2009

Il bimbo Mourinho

Ora abbiamo le prove: Mourinho è un bambino di 8 anni. I fanciulli di questa età hanno la caretteristica intrinseca di non saper perdere. Si gioca a nascondino? Non devono essere mai visti, anche se sono quelli che contano. Si gioca a calcio? Devono far parte della squadra migliore e se perdono mandano la partita 'a monte', portandosi via la palla.

Ecco ieri sera, siamo andati molto vicini ad una scena del genere, dopo la sconfitta dell'Inter a Marassi.

Si perchè Josè, al triplice fischio, ha cercato quella palla e ha urlato: "Non vale, chi fa il prossimo vince". Ma la sua voce si è persa nella bolgia dei cori blucerchiati.

Purtroppo, l'episodio di bassezza morale doveva ancora arrivare. Negli spogliatoi, durante le interviste di rito, il mio collega, presente nella calotta cranica del Mister nerazzuro, è andato in blackout.

Sono partiti insulti gratuiti e disconnessi rivolti a Del Neri, tecnico della Samp, manco fosse il suo peggior nemico. I toni della  voce e l'espressione del volto, facevano capire la sua fragilità del momento: il bambino viziato con la macchinina più prestante era stato battuto dall'utilitaria di un bambino baffuto e grassottello (Del Neri me lo perdonerà).

Certo che la mente umana è proprio strana! Il grado di sicurezza e autostima apparente di una persona, nei momenti favorevoli, è direttamente proporzionale al tonfo emotivo che avrà nelle situazioni diffcili.

Tra silenzi e sproloqui, speriamo che il bimbo Josè raggiunga presto la pubertà: altrimenti i bambini 'veri' potrebbero sentirsi autorizzati a chiedere ai propri papà, la stessa paghetta che riceve Mourinho!

venerdì 25 settembre 2009

Che faccio? Lascio?

Non mi dite che non vi è capitato. Bancone del salumiere di un grande centro commerciale. Una fila infinita di donne corpulente in avanzata menopausa, coprono completamente la visuale della vetrina degli insaccatti.

Tu sei lì dietro, con il tuo biglietto 005. Sorridi, dici a te stesso che sarà una passeggiata. Dopo un secondo, sposti il pollice dal biglietto e vedi la lettera Z davanti al tuo numero. Volgi lo sguardo al tabellone elettronico, semiconscio di quello che vedrai: A002.

Dopo quelle tre ore di attesa (in cui i tuoi figli hanno dato fuoco ad una vecchietta, soggiornato nei freezer del reparto surgelati, messo la testa nell'acquario dei pesci vivi, uscendo con un astice attaccato ad un orecchio), arriva il tuo turno, alzi il tuo biglietto madido di sudore e ordini un etto e mezzo di prosciutto cotto. Dopo averti chiesto l'ordine di grandezza della qualità di prosciutto (infima-bassa-medio/bassa-media-buona-tendente al supremo), il salumiere, avendo interpretato la tua reazione psicosomatica ('tic') come un 'media', taglia il suddeto suino, con la mano di chi ha una bilancia al posto dei bicipiti.

Infatti la frase successiva è: "Sono due etti, che faccio, lascio?".

E a quel punto che il tuo tic assume tono di paresi, ti si allarga un sorriso ebete, impotente. Il salumiere, coglie la tua debolezza e non ti toglie la tara. I tuoi 150 grammi di prosciutto sono diventati 220.

La legge di conservazione della massa dice che: "Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma".

Il salumiere forse non avrà fatto fisica all'università e non conoscerà Lavoisier, ma sa applicare la sua legge alla perfezione.


In questo caso, sono stato sconfitto dalla lucidità del mio rivale, ma non finisce qui. 

Il mio lobo frontale, responsabile dei sentimenti di ira e rabbia, non è così sviluppato da implicare l'uso di un lanciafiamme nei confronti del salumiere. Altri potrebbero esserlo.


 



Aree cerebrali attivate:


Lobo frontale: 100%

giovedì 24 settembre 2009

Linee guida

Grande presentazione della mia fisicità e funzionalità, con esempi annessi.





Lobo temporale sinistro





  • udito

  • visione

  • memoria di tutto ciò che udiamo o vediamo

  • riconoscimento delle parole

  • personalità, comportamento e comportamento sessuale




Es: Quando associo all'immagine di una donna quella di una figa, o alle parole di Silvio B. delle cazzate, attivo questa parte di me.

Ben inteso, non sono gli occhi che 'vedono' o le orecchie che 'sentono', ma sono io che associo immagini o suoni, percepiti tramite gli organi appena citati.

Queste associazioni sono dettate dall'esperienza, poca nel primo esempio, molta nel secondo.





Midollo allungato



  • respiro

  • battito cardiaco

  • digestione

  • livello di coscienza

  • sonno

  • sudorazione

  • pressione cardiaca

  • temperatura

  • equilibrio




Es: Il 15 agosto decido, di mangiare un kebab in un baretto di 30 mq ed inizio nell'ordine a: pezzare la maglietta, ruttare fuoco al gusto di cipolla, addormentarmi su una panchina e cadere da questa, perdendo l'equilibrio.

Ecco in questa occasione, diciamo estrema alla soglia dell'ictus, attivo il mio midollo allungato.





Cervelletto





  • equilibrio

  • postura

  • coordinazione motoria

  • memoria dei movimenti riflessi


Es: Il mio ego smisurato  impone di vantarmi delle mie credenziali come giocatore di calcio.

Partita con gli amici, del corpo in cui risiedo: palla che spiove dall'alto, attivo il cerveletto, mi coordino perfettamente, liscio la palla e mi strappo il quadricipite.





Lobo temporale destro





  • udito

  • comprensione

  • organizzazione

  • concentrazione su ciò che si vede o si sente

  • riconoscimento suoni e informazioni non verbali

  • memoria a lungo termine

  • personalità e comportamento sessuale


Es: Nel 2003 ho deciso di prestare 3 euro ad un amico. Ieri gli ho chiesto di ridarmeli. Ho attivato il lobo temporale destro per stimolare la memoria a lungo termine. In compenso ora il setto nasale del mio corpo è rotto.





Lobo occipitale





  • interpretazione corretta di ciò che si vede

  • scrittura o lettura

  • capacità di trovare oggetti

  • identificazione dei colori

  • riconoscimento delle parole e degli oggetti disegnati

  • capacità di riconoscere se un oggetto si sta muovendo


Es: Quando vado all'Ikea il mio lobo occipitale è talmente impegnato a distingure il colore noce canaletto dal noce naturale, che quando torno nel parcheggio non trovo più la macchina e dormo lì.





Lobo parietale



  • vista e tatto

  • coordinamento di sensi diversi

  • controllo sensorio del corpo

  • scrittura

  • matematica

  • linguaggio

  • posizione del corpo

  • capacità di maneggiare oggetti

  • memoria verbale e non


Es: Quando inizio a tirare fuori frasi random per discolparmi di qualcosa che non ho fatto e sto zitto quando ho infranto il codice penale, ecco attivo o disattivo il lobo parietale.





Lobo frontale



  • funzioni intelletuali superiori (coscienza e risposte agli stimoli esterni)

  • personalità

  • coordinazione motoria per la deglutizione

  • salivazione

  • vocalizzazione

  • masticazione

  • mimica facciale

  • movimento di mani, braccia, torso, zona pelvica, gambe e piedi.


Es: Quando porto in discoteca il mio corpo, metto in standby il lobo frontale. Praticamente divento un palo e la gente mi balla intorno, senza strusciarsi.. non sia mai.


 




 

mercoledì 23 settembre 2009

Affitto la mia mandorla

Buongiorno,


sono un cervello di 27 anni, bisognoso di aprire un blog personale, per esprimere i miei punti di vista su determinati argomenti.

Come noto, sono l'organo più importante dell'apparato umano: in me risiedono i sensi, le emozioni, i ricordi, i pensieri e tutte le attività motorie svolte da un corpo burattino, che io comando a bacchetta.

Di contorno ci sono anche altri organi 'carini' ma molto meno intelligenti rispetto a me, tipo cuore e polmoni. Ecco, se loro decidessero di non mandarmi l'ossigeno per un certo breve periodo, il blog potrebbe chiudere.

A parte questa piccola dipendenza, il mio tallone d'Achille (nel mio caso specifico, non in generale) è il sistema limbico, in particolare l'amigdala, in latino 'mandorla'.

Il suo compito è principalmente quello di governare le esperienze emotive. Sono convinto che mi sia stata installata una 'mandorla' difettosa, non escludo il sabotaggio.

Insomma questa piccola fragilità, all'interno della mia funzionalità perfetta, mi fa andare incontro ad alcune difficoltà, che avrete modo di leggere.

Per questo motivo ho cercato su ebay una permuta o un affituario di amigdale, tanto per prendermi un periodo di relax: ho trovato solo una bambola dal nome 'Queen Amigdala' e questo ha incrementato il mio livello di tristezza.

Sta prendendo piede l'idea di conviverci, ma ricordatevi che resto l'organo supremo e ciò che dirò sarà una lezione importante per coloro che ne fruiranno.




Aree cerebrali attivate durante il post:


Sistema limbico : 80% (emotività dovuta al al parlare di se stesso)

Lobo frontale: 20% (lieve rabbia)