venerdì 20 agosto 2010

Barche e badanti, pericoli costanti.

Fino a poco tempo fa, pensavo che il vizio più dispendioso da mantenere fosse la retribuzione di una badante russa o la gestione di un agriturismo a Voghera. In realtà, dopo una passeggiata sul molo di una cittadina rivierasca, ho capito che la situazione è ben diversa. Una moltitudine spropositata di gente, stava sul ciglio di questo molo, in preda ad isterie, al limite di un suicidio di massa, il tutto per eseguire atti di voyeurismo verso barche lussuose attraccate in loco. Io tranquillo, con la mia coppetta da 1,50 monogusto, mi sono avvicinato per vedere l'attrazione ed in effetti sono rimasto colpito da cotanto lusso, sotto forma di imbarcazione. Ponti in legno delle foreste del Quebec, divanetti in pelle di daino ovunque, televisori ultrapiatti di dimensioni imbarazzanti (alcuni addirittura accesi), moto d'acqua appese come se la forza di gravità non esistesse. Per non parlare dei proprietari, che sfilavano in fresche camicie di lino, gustando acini d'uva dei colli senesi, come fossero manichini in vetrina aumentando il livello di 'Pezzenza' del pubblico osservatore, me compreso. Visto cotanto sfarzo, sono andato ad informarmi sui prezzi di queste oasi paradisiache galleggianti. Era meglio se mi fossi comprato un'altra coppetta monogusto, dal nervoso che mi è salito. Fatto sta che, il prezzo basilare per un gozzo con un'elica della prestanza di una caravella, un volante da go-kart e una sedia in vimini, si aggira intorno all'equivalente di una villa settecentesca in Piazza Duomo. Mettiamo, per assurdo, di avere la disponibilità per questo acquisto, il problema si pone nel mantenimento di tale 'immobile mobile'. Infatti se non si vuole villeggiare in un porto a vita, ma si vuole sfruttare la barca come mezzo di locomozione, è necessario pensare al rifornimento di carburante. Per garantirsi 30 km di navigazione, la cifra da sborsare in gasolio si aggira intorno ai 3000 euro. Se solo mettessi tale quantitativo di carburante nel mio motorino, riuscirei a fare Savona-Shanghai andata e ritorno. Torniamo allora alla prima opzione: villeggiare in un porto e farsi rimirare dai turisti. C'è un piccolo problema economico anche in questo caso, ovvero il pagamento del posto barca. Infatti non è che si può lasciare la barca in doppia fila o nei posti riservati alle donne incinte, come siamo soliti fare con le macchine. Qui c'è un piccola quota giornaliera da pagare, una frivolezza che non vi sto neanche a palesare. Bene, dopo avere avuto un assaggio di questo lusso sfrenato, ho preso il motorino, ho fatto 5 euro di benzina e sono tornato a casa, pensando che la badante russa non verrà scalzata facilmetnte dai lussi abbordabili che mi potrò permettere.

venerdì 13 agosto 2010

Sopravvivere ad una sagra non è utopia

Una delle tante esperienze di vita da affrontare, per sentirsi realizzato pienamente, è partecipare ad una sagra.

Capisco che, emotivamente, può essere più estremo di lanciarsi col paracadute o fare bunjee jumping, ma è qui che si vede lo spessore di un uomo, inteso come essere umano.

Ecco un piccola serie di regole da seguire, per evitare spiacevoli sorprese:



1) Vuoi cenare entro mezzanotte e la sagra dista solo 2 km da casa tua?

Parti verso le 17 e trascinati con le tue gambe tra una macchina parcheggiata in un fosso e uno scooter abbandonato nel tuo portone. Se esiste un servizio navetta, sgomita con i vecchietti, ponendo particolare attenzione ai bastoni e ai girelli contundenti.


2)Giungi miracolosamente alla coda della cassa, fatta in bambù e ghisa fusa,come ti comporti?

Se hai una vita sociale e vai alla sagra con amici, affronta la coda in tre persone, due armati.

Ho visto gente che si è finta invalida per passare avanti e poi ballava la mazurka, sulle note di 'Gelato al cioccolato'.


3)Cosa scegli da mangiare?

Non puoi scegliere. Quando arrivi davanti alla cassa, non hai il tempo di guardare il menu stampato su un post-it giallo con le scritte in verde. La folla preme. La cosa importante è che non pronunci la parola polenta. La tua omeostasi potrebbe essere turbata e i cessi chimici sono uno dei mali del secolo.

Comunque il menu è sempre uguale: ravioli al ragù, spaghetti ai frutti di mare, frittelle,salsiccia, patatine fritte, tomini, totani fritti, budino.

Ah prima di andare alla sagra, preleva. A volte si paga più che in un ristorante a Porto Venere.


4)Come prelevare il cibo?

Sei uscito dalla cassa con 400 biglietti colorati e ti senti smarrito. Dividi i biglietti per colore e consegnali ai tuoi amici. Essi si incolonneranno nei vari distretti: primi, carne, pesce, bevande.

Se, mentre attendi in fila, senti un fastidio alla gamba, stai sereno: è solo un bambino che ti morde, in preda alle prime allucinazioni da fame.


5)Come non mangiare in piedi?

Matematicamente, anche se sei il primo di tutte le file, tutti i tavoli saranno già occupati da vecchietti, rimasti lì dalla sagra dell'anno prima.

Manda le ragazze del gruppo a scacciarli, con un po di pane secco.

Finalmente ti puoi sedere, ma non avrai lo spazio per muovere gli arti superiori, data la densità di persone superiore a quella del quartiere più popoloso di Shanghai. Quindi avvicina la testa al piatto e spera di non infilarti il coltello di plastica in un occhio.


6)Come trovare una via di fuga per il ritorno?

Per dissuadere la gente dal tuo senso di marcia, basterà urlare: "Di là regalano le ultime focaccette avanzate, corriamo!!!" e vai nella direzione opposta.

E' un comportamento scorretto, potresti fare delle vittime. Ma è necessario. Seguendo le stelle e con una bussola, hai la matematica certezza di perderti in un bosco e vivere coi lupi il resto della tua vita. Portati il navigatore. Sempre.


7) Come comportarsi nei balli di gruppo?

In ogni sagra che si rispetti, ad un certo punto l'orchestrina anni '70 presente, parte ad intonare i canonici salmi per invogliare la folla ai balli di gruppo. Per non essere trascinati dalla bagarre, qulora si sbagli un passo, bisogna mettersi dietro la coppia più in forma. La si individua facilmente: lui, sulla sessantina, camicia pezzata con canottiera sottostante, si asciuga la pelata con un fazzoletto, lei, pari età, gonna svolazzante, permanente color malva, zeppa in sughero di Iglesias. Ecco, mettendosi in prossimità di questi personaggi e copiando paro paro tutti i movimenti, hai la garanzia di sopravvivere in questa esperienza di danze sfrenate. Se sbagli anche un passo, la coppia suddetta ti insulta, matematicamente, con i peggiori sproloqui esistenti. Ma fa parte del gioco.




Bene, seguendo questi pochi passi, potrai goderti una fantastica serata.

Per sfamarti consiglio di comprare un kebab nonappena si ritorna alla civiltà, mentre per riacquistare le energie nervose spese, una settimana in psicoterapia potrebbe non bastare.

sabato 7 agosto 2010

Gettoni d'oro

Visto che ho completato con successo l'ultimo numero di "Io, Sudoko", impiegandoci solamente tre settimane e due esaurimenti nervosi, ho deciso di iscrivermi ad uno dei numerosi quiz televisivi. Le motivazioni, che spingono l'essere umano ad esporre la propria cultura alla pubblica umiliazione, sono molteplici. C'è chi va per sbavare su una letterina, schedina, scureggina, totòriina ed essi godono della mia stima. C'è chi partecipa per il proprio egocentrismo e quindi per poter poi scrivere su Facebook, durante la messa in onda della puntata, lo stato 'live from Reazione a Catena, stay tuned'. Rincarando poi la dose cliccando su Mi Piace (ecco non capisco quelli che scrivono qualcosa e poi si autopiacciono.. ma ne riparleremo). C'è infine chi si espone alla gogna mediatica per il vile denaro e poter finalmente tirare un pò giù la rata del mutuo e un paio di escort. Ecco, benissimo, mettiamo il caso che ci si metta il vestito della domenica e si vada ad uno di questi giochini. Mettiamo anche che, tra un suggerimento sbagliato al vicino di postazione, un paio di minacce e una bustarella di Ticket Restaurant al notaio, riesci ad arrivare alla sfida finale. Sei lì, davanti al Pino Insegno di turno, con la fronte perlata e le ascelle che sembrano il Delta del Pò, ti giochi tutti i jolly possibili, anche quelli portati da casa, e riesci a vincere ben 1200 euro in gettoni d'oro. Ed ecccoci al nocciolo della questione: che diavolo di forma monetaria è il gettone d'oro? Manco Orlando Bloom (nome d'arte spero, come fai a chiamarti Bloom e riuscire a rimorchiare con un nome così? Povero) ne 'I Pirati dei Caraibi' usava i gettoni d'oro per comprarsi una tagliata di Tonno da 'Gigi il Troione'. Quindi dopo due/cinque anni, mi arrivano questi 1200 euro in gettoni d'oro che, detassati, diventano 300. Cosa posso farci, dopo aver fatto una foto mentre li addento e averla pubblicata su Facebook con tanto di Tag? Potrei metterli nei carrelli dell'Ipercoop per staccarli dalle catene: la mia qualità della vita migliorerebbe esponenzialmente. Oppure potrei andarci a fare benzina al self service, fondendo un gettone su una banconota da 10 euro, per poi introdurla nell'infernale macchinetta. Si si funziona decisamente così: prendi un gettone d'oro, lo infili nel microonde con un po di gusti e, non appena fuso, lo spalmi su una banconota (consiglio quella da 500 euro), e il gettone fuso assume quel valore. Se così non fosse, mi sento autorizzato a prendere in ostaggio la fidanzata di Amadeus, facendomi rimborsare come meglio lei crede, del corrispondente valore dei miei amatissimi gettoni d'oro vinti.