sabato 22 gennaio 2011

Ma non eravamo sul set di Lost?

Vi è mai capitato di fare il Check-In perfetto? Signori, credetemi, esiste sul serio, non come gli spettacolini stile 'Colpo Grosso' ad Arcore. Arrivo in aeroporto e vedo una coda di gente che manco all'Esselunga, quando mettono i pelati in offerta. Mi metto in fila, da buon italiano medio, e inizio ad ascoltare il racconto della vacanza sul Mar Rosso di una coppia di sessantenni. Io arrivavo da una settimana di 68 ore lavorative, 'bambino cinese che cuce i palloni style'. Lo sgomento mi stava cogliendo, quando un'angelo di Co.Co.Pro vestita, targata Alitalia, mi chiede se mai volessi azzardarmi in un Fast Check-In. Le rispondo che sono un tipo da relazioni durature. Lei mi spiega la situazione, mettendo l'accento sul fatto che non si trattava di un tentativo di stalking. Mi dirigo da questa macchinetta magica ed in due minuti circa ho il mio biglietto in mano. I due vacanzieri stavano ancora raccontando la prima serata al Villaggio turistico. Porgo loro un gesto dell'ombrello platonico, che pagherò caramente dopo poche ore. Mi accingo al Metal Detector, altro duro ostacolo da superare. Eseguo brevemente un'analisi delle razze presenti in fila e mi distanzio da quell'ariana, avvicinandomi ai più meticolosi e sbrigativi asiatici. A trecento metri di serpentone di coda, scorgo un'occhiata fuggiasca di uno dei controllori, che sta aprendo un nuovo metal detector. Distraggo i nipponici, sostenendo la drastica caduta dell'indice Nikkei e avanzo inesorabilmente. Per non subire l'onta di far suonare l'allarme, passo il controllo in mutande e in calzini di flanella, spettacolo imbarazzante. In meno di 15 minuti ero riuscito a sbrigare tutte le pratiche burocratiche più noiose, le stesse che a volte ti fanno preferire un Pedalò all'aereo. Dovevo solo sedermi al mio posto e leggere il catalogo dei gadget, offerti a modici prezzi, dalla compagnia di bandiera. Purtroppo sono una di quelle persone che credono che tutto il credito di sorte acquisito, prima o poi, devi restituirlo con gli interessi. Il mio 'prima o poi' è stato più prima che poi. Mi dirigo verso il mio posto, autoassegnatomi sagacemente: terzultima fila, finestrino, attaccato ad uno dei motori. Già solo nelle fasi di preparazione al decollo, la sensazione è quella di avere la testa in un Phon gigante, similitudine beffarda vista la mia non più rigogliosa chioma. Sento di sfuggita che, sulla destinazione di arrivo perversa un lieve maltempo. Capirò solo a posteriori, che il pilota aveva usato un eufemismo abbastanza marcato, in quell'occasione. Infatti durante tutta la tratta, l'aereo non è mai riuscito a tenere una linea costante. Questo ritmo sinuosoidale, oltre a comportare il rifiuto della mia porzione di salatini che mi spettava di diritto, portava inquietudine e stralci di 'vomitino' in me e nei miei compagni di sventura. La vecchina, mia vicina di posto, aveva gli occhi chiusi, non si muoveva ed era rigida. Mi sono detto: 'Cazzo, la valeriana fa miracoli'. Traballanti come un 'Tagadà' ci apprestiamo all'atterraggio ed io ero già al terzo giro di rosario, anche se non credo di averlo recitato nella maniera consona alla religione cattolica. A 50 metri dalla pista, ondeggianti come il Pendolo di Focault, con una tensione a livelli altissimi, chiedo i miei salatini. Il pilota non gradisce la tempistica della mia richiesta e fa impennare l'aereo come fosse un nuovo decollo. Solo a quel punto ho pensato che il suo compenso era chilometrico ma, nonostante ciò, non mi è sembrato un gesto eticamente corretto. In realtà, in quegli attimi frenetici, mi ero già immaginato in un'isola deserta, piena di misteri e di gente che si vuole ammazzare l'un l'altra per accaparrarsi l'ultima bruschetta rimasta. La mia razionalità, sempre ben presente, mi ha fatto poi notare che, nei pressi di Genova, ben che vada, puoi atterrare su un'acciaieria, che non è proprio la location ideale per un Serial televisivo. Alla fine, siamo stati condotti in un'aeroporto 'vicino', per poi essere caricati su carri bestiame, verso la destinazione reale. Sono arrivato a casa che il week end era già finito e il giorno dopo c'era una aereo da prendere. Il succo della storia?forse avrei preferito che il Fast Check-In fosse stato un tentativo di stalking.