E' ormai assodata l'impossibilità, in un contesto sociale spietato come quello attuale, fare del proprio ideale di condotta morale un personaggio come Gandhi, Martin Luther King o il Barbapapà 'Barbottina'. O meglio si può fare, ma il risultato migliore che si può ottenere è suonare una cetra davanti ad una Conad, raccimolando qualche centesimo. E' per questo motivo che ho dovuto cercare un modello etico da emulare per sopravvivere in questa giugla, anche detta vita. Il casting è stato molto selettivo, portando alla finale a tre i seguenti personaggi: Antonio Cassano, SpongeBob e Mara Maionchi. Il primo, investito da un ormone femminile reale, non come quello decantato nei suoi libri, l'abbiamo perso definitivamente, ma lo tengo al fantacalcio. Sul secondo, in realtà, ci credevo molto: la sua demenza senile, con la quale affronta la vita marina, mi ha fatto pensare che sia la soluzione a tutti i mali; lo terrò buono quando la demenza senile mi verrà veramente. Ed è così che la mia scelta è ricaduta su Mara Maionchi, istrionica produttrice discografica, da qualche anno protagonista sul palcoscenico di X-Factor, in veste di giudice. Una delle caratteristiche più peculiari di Mara è il modo di fare critiche costruttive: infatti riesce spesso ad inanellare una riga di bestemmie che, qualora 'bippata', costituirebbe ancora una bestemmia. Altro che terzine di Cecco Angiolieri, qui il livello è molto più elevato. D'altro canto, quando deve complimentarsi, si trasforma in un amabile peluche con le sembianze di una mantide religiosa, esordendo con un 'Bene' e finendo con un 'Bene', con in mezzo niente. Come si fa a non amarla. Un ulteriore aspetto che mi ha colpito in Mara è la gestualità. Non stiamo a raccontarcela: oggi bisogna curare, oltre al modo di parlare e ai concetti espressi, anche la forma con cui ci si pone, movimenti corporei inclusi, per non mostrare insicurezza o qualsivoglia debolezza. A questo proposito, il galateo secondo Maionchi, suggerisce di piazzare, saltuarialmente, un bel gesto dell'ombrello seguito da una 'X' formata dalle braccia incrociate: insomma una balletto di Justin Timberlake. Ecco magari bisogna trovare i momenti giusti, tipo non quando sei solo ad un semaforo che aspetti il verde nè quando la tua morosa ti chiede quanto stia bene con la sua nuova capigliatura, che manco avevi notato. Bene, dopo aver imparato ad emulare concetti e gestualità della prescelta, non resta altro che curare il look. Ricerche consolidate e pubblicate sulla rivista 'Science' dimostrano che, chi indossa un completo color caki non potrà mai concludere niente di positivo. Questo è solo uno dei molti esempi di correlazione tra abbigliamento e fallimenti. Mara, col suo tocco di classe, degno di un pastore delle Far Oer, può abbinare degli occhiali a forma di cuore con una giacca a scacchi rossi e verdi. Già mi immagino a ripercorrere le orme della mia beniamina morale in una giornata lavorativa, presentandomi da un Cliente con occhiali a cuore, monologo con combo di bestemmie e gesto dell'ombrello come saluto finale. Ok, apparentemente potrebbe essere un atteggiamento un pò marcato, ma per certi lavori, secondo me, può rendere. Per il mio dovrò adottare qualche compromesso.