venerdì 25 dicembre 2009

L'insonnia della Vigilia

Quando ero bambino (ok, forse fino a due anni fa), la notte della vigilia di Natale avevo costantemente gli occhi sbarrati, non riuscivo a prendere sonno e la mattina mi svegliavo alle 5 per aprire i regali. Non erano necessari Drink energizzanti o 'polveri magiche' per farmi questo effetto, avevo semplicemente una sovraproduzione di dopamina gratuita, avvalorata dalla speranza di trovare sotto l'albero ciò che desideravo.

E così, all'alba, iniziavo a svegliare tutti i famigliari con grande discrezione, dando fiato a trombe da stadio, canzoni natalizie di Marylin Manson e martelli pneumatici. Il giubilo di questa levataccia pervadeva le occhiaie dei mie cari, che già si pentivano che la tradizione casalinga non prevedesse l'apertura dei regali alla Mezzanotte. Bene, questa tradizione della notte in bianco è venuta piano piano meno nel corso degli anni, un pò perchè se non dormo 15 ore a notte divento un vegetale e un pò perchè i regali di Natale sono pilotati, come un qualsiasi sorteggio della Champions. Quest'anno però ho vissuto la stessa attesa di una volta, alle spalle della mia nipotina di due anni. Questo è il suo primo Natale, in cui è conscia del consumismo di giocattoli da cui sarà pervasa. E allora ho fatto la pazzia: mi sono messo la sveglia alle 6 e ho chiamato a casa di mia sorella (madre della piccola), per sentire in diretta il clima di fervore perduto.

Il telefono ha fatto 12 squilli, prima che mia sorella mi rispondesse con voce cadaverica, dicendomi che stavano ancora dormendo. Ho fatto finta di essere un operatore della Vodafone, che le garantiva la tariiffa 'Tutto gratis a vita', il tutto con voce nasale e accento svedese. Mi ha riconosciuto subito e ho ricevuto un sempre gradito 'vaffa' natalizio.

Ora sto giocando con 'Ciccio Bello Bua', mentre la mia nipotina sta tirando giù il mio 730.

Direi un Buon Natale, a grandi linee
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