venerdì 24 febbraio 2012

Come scrivere un Best Seller, senza fatica.

Una delle domande ricorrenti, che mi pongo in questo periodo, è la seguente: dove hanno origine le frasi smielose che riempono i libri di Fabio Volo et similia? Capisco che la domanda sia struggente e le ore di sonno perse a notte, ormai fuori da ogni possibile conto della matematica contemporanea.
Escludendo a priori che queste frasi siano frutto di un bagaglio culturale ellenista, nonchè di anni spesi presso le stanze di Oxford, le risposte potrebbero essere innumerevoli.
Come filosoficamente noto, le risposte a quesiti apparentemente insolubili ci si rivelano attraverso le esperienze quotidiane della vita stessa (cit. Fabio Volo).
Per questo motivo, mi sono recato nel luogo per eccellenza dove la vita si esprime nelle varie sfacettature dei suoi personaggi: una panchina di un giardino pubblico. Ho provato anche su una di un giardino privato, ma la mia ricerca spirituale è stata interrotta da un poliziotto.
Erano anni che non sedevo su una panchina simile, forse da quando, poco più che adolescente, un cane (o forse era un bambino), mi azzannò una rotula, credendola la sua pallina preferita. Col senno di poi, fui contento che quel cane/bambino non stesse giocando con palline di dimensioni inferiori.
Chiuso questo breve paragrafo sulle mie ferite interiori insanabili, bisogna dire che sedersi su una panchina è come andare al cinema senza pagare il biglietto e soprattutto senza mettere gli occhiali 3D, i cui effetti nauseabondi da terzo mese di gravidanza rappresentano il più grande flop commerciale dopo le borsette in mais degenerato dei supermercati.
I personaggi che ci possono insegnare la bellezza e l'amarezza della vita sono molteplici. I miei preferiti sono sicuramente i 'pazzi', nel senso buono del termine, s'intende.
I 'pazzi' non sono coloro che soffrono di nevrosi o paure, ma sono quelli che vivono in un'altra dimensione, confezionata e progettata a proprio piacimento.
Io li ammiro, non solo perchè non devono compilare il 730, ma perchè non hanno bisogno di intrattenere relazioni interpersonali con tutto ciò che ne consegue: basta che si immaginino il soggetto con cui vogliono dialogare ed il gioco è fatto.
Ok, dall'esterno sembra che parlino da soli, ma chi è così superficiale da fermarsi all'apparenza? Naturalmente tutti, tranne il sottoscritto, particolarmente interessato a questi dialoghi surreali. Non ci crederete ma, gran parte delle frasette che si leggono in questi libri best sellers sentimental-buonis-tragicomici, sono presenti in questi dialoghi. Capite bene che, prendere un microfono facendo finta di realizzare un servizio socialmente aulico e poi utilizzare i contenuti a proprio piacimento, non è cosa complessa.
L'unico errore da non commettere consiste nell'intromettersi in questi dialoghi-monologhi, incorrendo nel rischio di beccarsi una bottiglia di Brunello di Montalcino da 1.99€ sulla testa. Mi sembra un compromesso onesto.
Un libro non può essere composto solamente da frasette 'da linkare su Facebook, perchè io sono giovane ma molto profondo/a e conosco i problemi dell'animo umano, cioè bella zio'. Per questo motivo, spostando lo sguardo sui 'non pazzi', l'attenzione si ferma sulle mamme che accompagnano i bambini alle giostrine. State calmi, non è nè il momento 'stalker si nasce' nè quello 'voyeurismo che passione'. Le mamme annoiate ai giardini sono meravigliose perchè sono annoiate; per questo motivo il primo input cerebrale è prendere il cellulare e telefonare all'amica preferita, parlandole di problemi con il compagno. Fantastico, la storia principale del nostro libro è pronta! La lunghezza o complessità del nostro intreccio dipende da quanto ci mette il figlio della mamma al telefono, ad ammazzarsi sulle giostrine del parco giochi.
Serve ancora un finale col botto o di quelli che ti aprono le porte per un capitolo successivo. Mi guardo intorno e vedo solo spacciatori o immigrati con Cd di Gigi D'Alessio del 1994. In effetti manca un elemento di sana violenza al manoscritto. Aizzo lo spacciatore utilizzando come miccia la scarsa fornitura della discografia del Vuccumprà e prendo appunti sulle tecniche di lotta.
Unite questi semplici consigli ed il vostro problema più grande sarà tenere a bada milioni di Followers su Twitter, che si complimentano sulla profondità del vostro nuovo libro.

10 commenti:

  1. C'è da tenere in considerazione il fatto che forse a Fabio Volo glieli scrivono i libri! Almeno, lo spero per lui; perchè non mi spiego come sia possibile che uno che ha lavorato a fianco delle tette della Marcuzzi possa essere così mongolo!

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    1. Lo shock davanti a cotanta abbastanza, potrebbe spiegare il suo stato. Stanno conducendo studi sull'argomento con dei test di Stress. Sarebbe bello partecipare, per la scienza, s'intende.

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  2. se rinasco farò il calciatore, anzi voglio essere george best, così potrò scrivere senza fatica un george best seller.

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  3. ho cercato di leggere tutto il post, ma mi sono accorto che mentre i miei occhi osservavano le parole il mio cervello cercava di allontanare l'immagine di Fabio Volo che firma autografi nelle librerie. riproverò più tardi. o in un'altra vita. che è comunque più tardi.

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    1. Il lobo temporale, a volte, elabora associazioni bizzare. Purtroppo questa è realistica.

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  4. Un libro di Fabio Volo me lo regalarono un anno a Natale. Avrei preferito la solita cravatta. Tenuto presente che io la cravatta non la porto mai.

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    1. Vedila così: un libro è una fonte di calore potenziale notevole, la cravatta no.

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  5. La settimana scorsa ho voluto forzarmi la visione della sua intervista dalla Bignardi. Bene, da quel momento ho capito che non è vero che quei libri non li scrive lui. Quelle cazzate, lui le dice VERAMENTE.

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    1. Sicura che non avesse un auricolare, stile Boncompagni a 'Non è la Rai'?

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