sabato 28 novembre 2009

Il teatro delle marionette

Oggi è giornata di tema pesante, quindi se volete saltate a 'piè pari' questo post.

Assumiamo, per assurdo, che Qualcuno o Qualcosa abbia acceso la miccia del Big Bang, dal quale si è sviluppato l'odierno Universo e con esso la vita, partendo dal brodo primordiale. Bene questo Qualcuno o Qualcosa (può avere la forma di un vecchio con la barba bianca, come l'iconografia classica impone, o può assomigliare ad una lavastoviglie della Ariston, con un pò più di fantasia), non ha alcuna influenza benevola sul nostro percorso quotidiano, ne ho le prove. Quindi, senza fare neanche uno straccio di provino stile Grande Fratello, col rischio di essere umiliata dalla Gialappa's, siamo ugualmente protagonisti involontari del più vasto evento mediatico della storia. Unico fruitore esterno di tale spettacolo, è il dinamitardo che ha acceso questo teatro, con un accendino che ha sprigionato una fiamma da 6 miliardi di gradi Celsius. Me lo immagino sul divano, o in un mobile incassato in una cucina moderna Ikea (secondo la visione più fantasiosa), con in mano un telecomando del digitale terrestre: 7 miliardi di telecamere on board (motogp docet), per godersi la nostra visuale. A seconda dell'umore di giornata, può comodamente schiacciare il tasto giallo, denominato 'Sventura', per dare pepe allo spettacolo e aumentare lo share. Il tasto verde, chiamato 'Risolviamo la vita alla gente in difficoltà, che non arriva a fine mese e muore di fame', purtroppo è rotto da circa 5 miliardi di anni e lo sarà per i restanti 5. Immancabile la presenza del tasto rosso: 'Malattia'. Questo è il tasto peggiore, come la banana in Mario Kart. Quando sei il complemento oggetto di questo tasto, c'è poco da fare, provi a giocartela fino in fondo, per arrivare alla puntata finale dello show e avere così un invito a fare i trenini di Buona Domenica del Paradiso Terrestre. Mi rompe, tra le altre cose, quando il tasto rosso viene applicato ai bambini (ne ho visti tanti ultimamente), così a caso, senza motivo senza un perchè.

Finiranno le pile del telecomando? Perderà di potenza il segnale che alimenta la visuale sulle nostre vite (funzionasse come il digitale terrestre in Italia, saremmo a posto)?

Magari questo Qualcuno o Qualcosa si stuferà di questo Circus e si darà alla politica, ci sono precedenti, mi pare.

4 commenti:

  1. Tutto goliardicamente logico.

    Contesto però fortemente che la nostra logica possa spiegare ciò che a noi sembra illogico.

    Dall'era dell'illuminismo siamo pervasi da percorsi logici induttivi-deduttivi in cui a menar le danze è sempre solo e soltanto l'uomo. Sono ormai trecento anni e più che ci crogioliamo di questa meravigliosa scoperta che a me onestamente fa cacare.

    Io rimango orgogliosamente indietro.



    Sapiens, ut loquatur, multo prius consideret (San Girolamo)

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  2. Forse hai ragione, tapparsi occhi e orecchie e pensare di vivere ogni giorno come se fossimo alla Sagra di Cairo Medievale, può essere la soluzione ai nostri patimenti interiori.

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  3. Ma secondo te Dio c'è, o ci fa?

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  4. Sono capitata sul tuo blog e mi permetto di commentare questo vecchio post.
    Sono atea, atea fino al midollo, e spero di avere ragione, perchè se questa lavastoviglie della Ariston esiste non ha un telecomando, ha sparso il bene e il male alla cazzo di cane (passami il francesismo) e poi è uscito per andare al bar. Indifferente. E l'indifferenza è molto, molto peggio.


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