giovedì 8 marzo 2012

Tic Tac

La maggior parte degli esseri umani, appartenenti alla società moderna, conduce una vita frenetica, stressante, piena di ansie e controversie; la restante parte siede a Montecitorio. Ognuno sfoga le sue tensioni quotidiane in modo diverso.
C'è chi, al termine della giornata lavorativa, si infila un giubbetto catarinfrangente per correre ai fianchi della superstrada.
Niente da dire, un metodo di scarico notevole, sempre se ti salvi dai Tir che ti incornano come un Toro di Pamplona, trascinandoti per metri di asfalto e trasformandoti in una torcia olimpica, molto significativa.
Sicuramente è una risoluzione definitiva al nostro problema, con i migliori ringraziamenti degli organizzatori di Londra 2012, che sfruttando combustibile umano, potranno investire su qualche mascotte morbidosa.
Va bene, non sono oggettivo: la corsa non mi piace, mi annoia e mi fa pensare ancora di più a quello a cui non dovrei pensare. Sicuramente la mia playlist dell'Ipod che mi accompagna, ferma  al Festivalbar del '96, e le mie ginocchia, prive di gradi di libertà, non aiutano.
Una delle molteplici alternative consiste nell'andare in Palestra. Non posso neanche trovare la scusa della distanza: ce n'è una al piano interrato del mio palazzo.
Voi non potete capire il trauma psicologico di scendere in cantina a prendere un quadro dell'Ottocento inpolverato e ritrovarsi sulla panca a fare una serie da 50 addominali.. in pigiama tra l'altro.
Ho cercato in tutti i modi di spiegare l'incomprensione, ma il nerboruto Personal Trainer aveva visto in me potenzialità inaspettate. Ho dovuto prendere otto bustine di Polase, per riuscire a prendere l'ascensore e tornare a casa.
Ok, non sono dinuovo oggettivo. Anzi devo ammirare coloro che disegnano il loro corpo di geometrie euclidee e poi non riescono a girare il collo perchè la superficie dello loro sternocleidomastoideo è pari a quella dell''Uzbekistan. Chapeau.
Io vorrei giocare a pallone, non mi sembra ci siano controindicazioni. Per organizzare bisogna solo scorrere la propria rubrica telefonica, mandare 96 messaggi, fare una ricarica, mandarne altri 87, prenotare il campo, disdire il campo perchè 'quell'erba sintetica ha i pallini troppo grossi e mi si rovina il completo ufficiale della Tanzania', prenotare un altro campo, trovare il sostituto del sostituto che è dovuto andare alla festa di laurea del cugino di 15 anni. Solitamente, al termine di questo processo, che fa una pippa al ciclo di Krebs, mi ritrovo a giocare alla playstation.
Da questi brevi scorci, solo un occhio particolarmente superficiale dedurebbe che l'attività fisica non fa per me.
Il rischio a cui si va incontro accumulando stress, stanchezza e acido ianulorico ( un pò a caso), è la somatizzazione di questi stati.
La mia preferita è sicuramente la palpebra traballante, ovvero quell'impercettibile movimento cutaneo che conferisce ai tuoi occhi la sensazione di essere sul Tagadà.
Il movimento è talmente impercettibile che gli altri non se ne accorgono, ma tu, per nasconderlo, ti stroppici gli occhi, come fossero gnocchi alla romana.
Tra i molteplici rimedi della Nonna si annovera l'impacco con la camomilla. E' interessante camminare per casa con questa benda alla Tutankamon, che si muove in modo indipendente grazie all'inerzia delle tue palpebre.
Per ridursi in queste condizioni, tanto vale fare un salto in cantina e riprendere il discorso col Personal trainer. Lui vedeva potenzialità, io ora ho una benda pregna di camomilla sugli occhi: mi devrò fidare.

4 commenti:

  1. Anche a me è capitato che la palestra venisse da maometto.
    Allora mi sono trasferito.

    Ancora credo non se ne sia accorta.

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  2. Ferire il cuore di una palestra, non è cosa buona.

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  3. Io mi sono arreso: quest'estate porterò gli addominali "sblusati". Speriamo siano di moda...

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  4. la palestra è un dono del diavolo eppure stasera busserò alla sua porta per implorare che mi venga aperto. uccidetemi.

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