giovedì 8 aprile 2010

Qaly

Quando sento parlare di Economia, inizio a sentirmi a disagio. Non sono molto ferrato sull’argomento, tanto che quando mi hanno consigliato di sfruttare i Bot, sono andato da Trony ed ho comprato un robot da cucina, utilizzato solo per miscelare maionese e ketchup per creare una salsa rosa da far invidia a quella della Lidl.

In realtà, un argomento, inerente all’economia sanitaria, per cui provo interesse è rappresentato dal concetto di QALY.

In ogni scuola Radio Elettra che si rispetti (ovvero nessuna), viene spiegato che il Qaly è l’unità di misura che combina la qualità della vita con la durata della stessa. Se assume un valore pari a zero, vuol dire che sei giunto in un posto migliore. Se ottieni un valore negativo, stai guardando un programma di Enrico Papi.

Una delle molteplici variabili, che vanno ad influenzare questa grandezza, è il proprio reddito.

Le persone, che godono di buone entrate economiche, possono garantirsi agi, che vanno a contribuire favorevolmente sulla qualità della vita che conducono. Se, però, il livello di ricchezza supera una determinata soglia, si rischia che gli agi sopracitati diventino vizi, come alcool, droghe, transessuali.

Ogni riferimento a Lapo Elkann è puramente casuale.

Perché a volte un moderato uso di alcool o droghe leggere (i trans direi di no), può portare ad un aumento provvisorio del proprio Qaly, che va a scendere nuovamente una volta terminato l’effetto.

Praticamente è come quando ti ferma la polizia, togliendoti 12 punti, dopo che hai festeggiato a suon di negroni (il cocktail, per intenderci) l’aumento di 2 punti sulla patente, per lo scalo di anzianità.

Un'altra variabile da tenere presente è l’istruzione: avendo una cultura medio-alta ci si può garantire una auto-diagnosi preventiva, che salvaguarda la nostra salute.

Chi, per esempio, pensa che il pancreas sia una particolare tipologia del plumcake del Mulino Bianco, non avrà vita facilissima. Ma d’altra parte, anche chi conosce il nome di tutte le 206 ossa umane, sarà più incline ad auto-diagnosticarsi una malattia laddove, realmente, non c’è, cadendo nella più banale ipocondria.

Ultimamente, alcuni studi hanno portato alla luce la possibilità di portare l’aspettativa di vita sopra la soglia dei 120 anni. La domanda da farsi è la seguente: con quale qualità di vita?

No, perché se devo arrivare a quell’età con le funzioni vitali di un muro in cartongesso, potrei anche telefonare a Lapo per farmi dare due dritte per l’immediato futuro.



5 commenti:


  1. I concetti "duri" scientifici applicati alla vita, danno da pensare... ma ci categorizzano in maniera troppo forzata.

    i think....

    ma sicuramente mi tengo lontano da Enrico Papi (e non avendo televisione la cosa mi risulta non troppo difficile...)

    :D

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  2. Quella cosa dei 120 anni vale solo se il tuo medico è Scapagnini.

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  3. Quando si parla di aspettative di vita e di condizioni di salute e mentali decenti in caso di lunga vita, mi viene sempre in mente Gorgia, che nella Grecia antica arrivò a 109 anni, e quando verso la fine gli chiesero il perchè della sua longevità lui rispose una cosa tipo "Perchè mi sono sempre fatto i cazzi miei".
    Quantificami il Qaly di Gorgia, please.

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  4. @Tose: Resistere alla tentazione di Enrico Papi, non avendo la Tv è troppo facile, ma efficace.

    @Sciuscia: Purtroppo con Scapagnini e qualche escort di qualità si arriverà ben oltre i 120 anni. Temo l'immortalità.

    @Pao: Gorgia la sapeva veramente lunga. Tenersi lontano dagli affari altrui, portatori insaziabili di grane, può portare ad un Qaly con 6 zeri.

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